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lunedì 10 settembre 2007

RIFICOLONA, V-DAY e TE

immagine di Beelana, da flickr.com

La Rificolona è una festa popolare fiorentina, che nonostante la perenne invasione di turisti in qualsiasi avvenimento di questa città, conserva ancora il sapore di una tradizione popolare. I bambini costruiscono insieme ai genitori una lanterna di carta (molto più spesso la comprano dal cinese!), con dentro una candelina (molto spesso una lampadina a pile!), e la portano a spasso in onore della nascita della Madonna. Quanto rimane della processione da Piazza Santa Croce a Piazza SS. Annunziata, deriva dall'antico pellegrinaggio che le donne dalle colline di Vallombrosa e Impruneta compivano calando in città per questa “fierucola” (da qui RIFICOLONA), per omaggiare la madonna e vendere i loro prodotti. Si accompagnavano con delle lanterne, che i fiorentini, fedeli al loro xenofobismo naturale, foravano con delle cerbottane, infastiditi dalla presenza in massa di campagnoli rozzi e pidocchiosi. Anche oggi la festa divide buoni e cattivi, poetici e distruttori, l'innocenza dei bambini e la perfidia dei ragazzacci (anche di genitori, a volte), muniti di una cannuccia di ferro e di una pasta di stucco per vetri. L'obiettivo è incendiare o bucare il giocattolo? L'obiettivo è sparare! Mi risponde un monello...Il tutto accompagnato da banda in costume e concerto finale con antichi stornelli fiorentini. Mi sono sentita bene, finalmente un po' più partecipe di una città che mi ospita in modo non troppo caloroso, finora. Però, c'è sempre un però, volevo lo zucchero filato, e un cucchiaio di zucchero riscaldato costava almeno 2 euro, quindi mi è subito crollata quella illusione di “popolare”!

In compenso, Firenze è stata una delle città più attive nella raccolta delle firme per il V-day (azione partita dal blog di Beppe Grillo per promuovere una legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito”) dell'8 settembre. Insieme a Napoli. Dobbiamo dirlo. Una partnership del tutto involontaria, ne sono sicura, ma che porta a riflettere su quelle che consideriamo da sempre distanze di mentalità, di queste due città opposte, che incarnano valori così distanti. Eppure, la voglia di mandare a quel paese la nostra classe politica corrotta è la stessa, dalle Alpi allo stretto. Eppoi. Cosa dire del trasformarsi in realtà di un movimento virtuale, di questo scendere in piazza attraverso le informazioni scambiate sul web? Questo mi fa credere che c'è una speranza di democrazia, se scriviamo sul web, se leggiamo i blog, se postiamo, taggiamo, linkiamo...

inoltre, questo week end ho notato come quella ragazza che tanto mi piace ti somiglia, nel dolore fisico che prova di fronte agli intonaci che coprono i palazzi antichi di Istanbul, alla rabbia per gli inghippi fiscali che solo lei conosce perché è il suo mestiere e questo doversi districare in un lavoro che non le si addice, e quella tremenda commovente assurda poesia che le si alza dalle labbra quando parla d'amore, del suo cane quadrupede e del suo compagno bi-pede. Tutto questo ti somiglia così tanto che mi rende felice, di sapere che il tuo modo di essere esiste, e adesso lo so riconoscere. Grazie a te.

giovedì 15 marzo 2007

nuovi inizi

foto di Aelle, Italia

Oggi è iniziato il mondo: ha messo piede in una nuova terra ed ha sentito l’odore del sud.

Oggi è cominciato l’inizio: ha scritto il suo primo libro e lo stringeva nelle mani con gli occhi di un bambino.

Oggi è terminato il finito: hanno aperto le porte del mondo e svelato new york alle orecchie degli increduli.

Oggi era un grande giorno, pieno di sole anche negli uffici bui, pieno di voci, degli sguardi silenziosi che ami credere suonino a scuse. Oggi fu il giorno in cui fu innalzata una libreria in legno, una conquista di un amico che ti aiuta a montarla, sì, oggi fu un bel giorno.

Scesa dall’aereo pianse, aperta la prima pagina sorrise, vista la libreria gioì.

Era una donna semplice, un uomo adulto, un ragazzo felice. Erano le anime delle persone che amiamo che riempirono oggi di accenti sottili, di energie potenti che attraversavano gli oceani, le reti del telefono, i nodi del legno. Appartengono a noi che li amiamo come la luce che filtra la mattina, che tocca tutti ma che sveglia me.

giovedì 8 marzo 2007

lettera da Lacri Ma

foto di Suleika, Italia

"La scrittura femminile, più di quella maschile, è costruita sulla ricerca della verità.
Scrivere è riflettere su se stesse, guardare a costo di trovare il buio e l'orrore.
È questo estremo coraggio dello sguardo" (dalla raccolta di poesie femminili "L'altro sguardo", di Paola Mastrocola)
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cosa c'è di male a non volerti andare
amica mia
devi restare, non mi lasciare
c'è di male che sto male
che il cuore piange al tuo nome
che non te ne puoi andare
senza restare
questo l'ho imparato
che non posso accompagnarti
che ogni strada ha le sue gambe
ed ogni testa la sua strada
anche se in fondo potevamo farla insieme
in fondo

non te ne andare, nel senso
non ti scordare
non smettere di amare
di dirmi cosa fare,
di consigliare l'amore

non riesco a togliermi i tuoi stivali
ci dormo, ci penso, ci corro, ci cammino, ci pedalo
ci verrò in Colombia
ci piango, ci rido, mi ci riprendo, dentro
in fondo
non è così male amarti da lontano
mi ricordo che sei piccola,
che hai un nuovo taglio di capelli
che ridiamo a crepapelle
che mi ami come ti amo

domenica 4 febbraio 2007

premessa


apro il mio quaderno e ancora una volta ci trovo la parola SUD dentro.... lo nomino perchè ci sto andando, perchè dove vivo è meglio, perchè la gente è più o meno qualcosa di dove sono cresciuta...
non mi rassegno alla solitudine, credo nella comunità, voglio che il campanello di casa suoni senza essere anticipato da una telefonata...
voglio essere rispettata, credo nelle istituzioni, non voglio dover fare il regalo a natale al mio capo...

il mio taccuino del sud nasce il giorno in cui saluto la mia amica più cara che si dirige nel sud del mondo...sprofondo nel sud del mio cuore, in fondo, e per non affondare scrivo...