giovedì 24 settembre 2009

ON THE ROAD #5-Bakersfield-Sequoia-Paso Robles- 500km


Mattinata di sangue a Bakersfield...Angelo salta dal letto con il naso in mano. Corre sul lavandino riempiendo il bagno di macchie rosse. Faccio una corsa nella lobby con il secchiello per il ghiaccio. Ci vuole un'ora prima che l'emorragia si fermi. Secondo me è l'effetto della spa, con l'acqua calda che agisce sulla circolazione. Secondo Angelo è l'effetto di Facebook, con le nostre foto ci siamo chiamati un pò di malocchio... Cercare il cotone emostatico in una farmacia americana è come cercare un ago in un pagliaio, c'è di tutto, 50 tipi di cerotti per i calli, centinaia di specie di vitamine, roba da mangiare e da bere, spazzole per cani...quando ci decidiamo a chiedere alla cassiera, scopriamo che non esiste nulla del genere qui, e che se dovesse succedere di nuovo possiamo usare il ghiaccio, e se non si ferma, possiamo chiamare il 911...beh, che scoperta, grazie. L'umore è decisamente nero, e al tentativo di consolarci con un breakfast, la sfiga risponde con un posto orribile aperto e con uno decente chiuso. Quindi, in cammino, digiuni. Quando arriviamo al Sequoia National Park già abbiamo quasi finito le nostre riserve di acqua e cibo, e dappertutto ci sono avvisi che chiedono di non lasciare cibo visibile agli orsi e che raccomandano di bere tanto. Nonostante la fame, scendiamo dall'auto per vedere da vicino la Giant Forest, con Sequoia gigantesche, pari a 20 elefanti uno sopra l'altro, alberi millenari che osservano i cambiamenti del mondo, preservati come solo gli americani sanno fare. C'è un unico posto dove poter mettere qualcosa sotto i denti, ma la strada per arrivarci è chiusa, o meglio, si può passare ad ogni ora, in punto, fidatevi. Abbiamo sgarrato di 5 minuti e nonostante affermiamo che stiamo morendo di fare non ci lasciano passare. Bisogna ritornare alle 4 spaccate! E là siamo, incattiviti dall'inedia, quando ci danno l'ok per proseguire. Il parco è immenso e magnifico come gli alberi che ci sono dentro, chilometri di montagna incontaminata, picchi, roccia, foresta e scoiattoli della stessa razza di Cip e Ciop. Il ristorante è immerso nel verde, e scendendo dalla macchina ci gira la testa, sarà l'aria rarefatta della montagna, o la fame? Ovviamente è chiuso, ma per fortuna riapre alle cinque, per la cena! Aspettiamo speranzosi osservando il verde e i piccoli animali, e poi finalmente ceniamo un pasto caldo e decente e ce la prendiamo comoda, ci rimettendoci in forze prima di rimetterci in marcia. Siamo diretti a Big Sur, sulla costa, ma siamo quasi certi che ci fermeremo prima dell'arrivo. La fermata è Paso Robles, posto sconosciuto prima di oggi ma che scopriamo essere una località di vigneti. Ci concediamo un Best Western per la notte, prima di saperne di più.

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