giovedì 21 giugno 2007

VIVERE A FIRENZE


Mi sono sempre chiesta come fosse vivere ad Amsterdam o a Parigi, o anche a Roma, Firenze, quelle città dove si va perché bisogna vederle, perché hanno una fama così grande che tutti prima o poi (6 miliardi di persone?) ci devono andare. Come sarebbe vivere in una di queste città, sentendosi fortunati ogni giorno per quello che si ha l’opportunità di vedere di respirare di ammirare, perché passeggiando per il centro si incontra sempre un musicista o un artista che si esibisce e allora anche a te può sembrare di stare in vacanza.

Ma poi, ci sono venuta ad abitare, a Firenze, la caput mundi in seconda, la culla del Rinascimento, il centro della nostra lingua, la città che diede i natali a Dante, Boccaccio, Leonardo e Michelangelo, ma anche a Zeffirelli e a Margherita Hack. La città che popola i sogni delle teenager americane, che chiedono ai genitori un soggiorno–studio in premio quando passano la maturità; la città con il centro esclusivamente pedonabile, la ZTL diurna e notturna, la città con la “telecamera amica” in ogni angolo; la città dove la zanzara tigre trova il suo habitat ideale e dove tutti fanno la vita del turista, dove per fare qualsiasi cosa devi mettere mano al portafogli, dove un bicchiere d’acqua liscia al bar costa un euro; la città sempre affollata, pullulante di facce nuove e diverse eppure sempre le stesse, le stesse categorie: ragazze americane, giapponesi con macchina fotografica, tedeschi in dottorato; musicisti e artisti classici. L’unica città che si può permettere di avere commessi scortesi, tanto le cose si vendono da sole, la città delle leather factories, delle bancarelle di lusso, dello sgomitare del centro.

Potresti non sentirti così fortunato di vivere nella culla della civiltà quando ti vedi costretto ad evitare il centro perché è solo una colonia del touring club; quando l’affitto ha i prezzi di una città sul mare e 12 mesi risparmiano solo la tredicesima; quando a fare la spesa ci metti le ore perché in centro non ci sono supermercati, tanto il turista non ne ha bisogno, il turista vive di pizzette (4 euro il pezzo), di gelati (il più piccolo 3 euro), di bistecca (4,5 euro l’etto), e di acqua in bottiglia…

Vivere a Firenze è una missione, perché non è viva come Milano ma è stracolma di gente; perché il lavoro è poco lo stesso, perché anche se è ciclabile le piste sono poche e i ciclisti soccombono alle ramanzine dell’automobilista; perché ogni scelta che fai viene giudicata dagli estranei, che si sentono in diritto di rimproverarti, di insegnarti qualcosa. Se attacchi la bici ad una ringhiera esce il padrone che si incazza perché in quel momento la SUA ringhiera è meno bella, invece se non la attacchi a qualcosa te la rubano, per poi dovertela ricomprare da un’altra parte , e senti commentare da chi queste cose non le sa “strano, non siamo mica a Napoli!”…

La città dove non esistono gallerie d’arte moderna (meno una microscopica), dove si inaugurano ristrutturazioni di edicole della madonna e si comunica con bigliettini di cortesemente sloggiare in quell’occasione, la città che quando è caldo e caldo davvero, ma è caldo del caldo e del sudore dei miliardi di visitatori, che se da piazzale Michelangelo guardi, se riesci a fare capolino tra la folla, il ponte vecchio, scorgi un pullulare di teste, di flash, tutti a scattare la stessa identica foto da portare a casa, per raccontare agli amici e ai partenti di esserci stato, e di come sarebbe bello poterci abitare…

2 commenti:

Kkunn ha detto...

Come hai ragione.
Che tutto quello che ci fa battere il cuore, alle persone come noi, spesso è nascosto nella periferia del mondo.
Che tutto quello che attira l'attenzione di tutti non ha nessun valore, perchè tutto ciò che è stato da troppi occhi guardato ha consumato ogni colore, ogni vitalità. Un pò come la frase di De Luca che ho letto proprio qui, un pò come la frase di De Andrè "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori".

Kkunn ha detto...

Ah, dimenticavo, anche estiva sei bellissima.